Il digiuno è una pratica spirituale che si trova nelle principali religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islam. Sebbene ci siano differenze nelle pratiche e nelle interpretazioni tra queste religioni, il digiuno spesso condivide alcuni scopi e significati comuni:
Giudaismo: Nel Giudaismo, il digiuno è una pratica spirituale osservata in varie occasioni per scopi religiosi, di pentimento o di commemorazione. Ci sono diversi giorni nel calendario ebraico in cui il digiuno è particolarmente significativo. Alcuni esempi includono: Yom Kippur: È il giorno più sacro dell'anno ebraico, noto anche come il Giorno dell'Espiazione. Durante Yom Kippur, i fedeli ebrei osservano un digiuno completo di 25 ore per riflettere sulle proprie azioni, pentirsi dei peccati e chiedere perdono a Dio.
Tisha B'Av: Questo giorno commemora la distruzione del Tempio di Gerusalemme e altre tragedie storiche del popolo ebraico. Durante Tisha B'Av, si osserva un digiuno completo per lamentare le perdite e ricordare gli eventi tragici della storia ebraica.
Cristianesimo: Ai tempi di Gesù, il digiuno era praticato dai giudei ebrei come parte della loro religione ebraica, ma Gesù stesso ha fatto riferimento al digiuno in diverse occasioni nei Vangeli.
Gesù insegnò ai suoi discepoli l'importanza del digiuno come pratica spirituale. Ad esempio, nel Vangelo secondo Matteo, Gesù parla del digiuno come una pratica personale di devozione e non come uno spettacolo pubblico per mostrare la propria spiritualità. Egli incoraggiò i suoi seguaci a digiunare in modo discreto e sincero per essere visti solo da Dio.
«16 E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
17 Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, 18 perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.» (Matteo 6:16–18).
Anche Isaia nell'Antico Testamento parlò del digiuno e delle benedizioni che il fedele riceve quando digiuna: «6 Il digiuno che io gradisco non è forse questo: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? 7 Non è forse questo: dividere il pane con l'affamato, 'introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? 8 Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. 9 Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!» (Isaia 58:6–9).
Nella Chiesa cattolica e in molte altre tradizioni cristiane, troviamo la Quaresima, è un periodo di digiuno di quaranta giorni di penitenza e preparazione spirituale in vista della Pasqua. In passato, la Quaresima era osservata in modo più rigoroso e formale rispetto ad oggi. Ciò includeva il digiuno completo e l'astinenza da carne per tutta la durata della Quaresima. Le pratiche di astinenza e digiuno erano spesso obbligatorie per tutti i fedeli, ma con il passare del tempo la Quaresima ha subito alcune variazioni, sia nella sua osservanza che nel suo significato culturale.
In generale, il digiuno nel cristianesimo è visto come un mezzo per purificare il corpo e lo spirito, per concentrarsi sulla spiritualità e per rafforzare la relazione con Dio. Tuttavia, la pratica e l'interpretazione del digiuno possono variare ampiamente tra le diverse tradizioni cristiane.
Islam: Nell'Islam, il digiuno è una pratica spirituale fondamentale nota come "Sawm", ed è uno dei Cinque Pilastri dell'Islam.
Il Ramadan è il nono mese del calendario islamico durante il quale i musulmani osservanti digiunano dall'alba al tramonto per un mese intero. Nel contesto dell'Islam, il Ramadan è un periodo di riflessione spirituale, autocontrollo e devozione religiosa. Il digiuno durante il mese di Ramadan è obbligatorio per i musulmani adulti e mentalmente sani, a meno che non ci siano ragioni valide che li esentano, come la malattia, il viaggio, la gravidanza o l'allattamento.
Il digiuno durante il mese di Ramadan è osservato dall'alba al tramonto, durante il quale i musulmani si astengono dal cibo, dalle bevande, dal fumo e dai rapporti sessuali. È un periodo di auto-disciplina, auto-controllo e riflessione spirituale ed è considerato un atto di obbedienza a Dio e un'opportunità per i musulmani di purificare il proprio cuore e anima, rinforzare la loro devozione religiosa, rafforzare la loro volontà e praticare la solidarietà con i meno fortunati.
Il digiuno inizia all'alba con l'Adhan, il richiamo alla preghiera mattutina, e termina al tramonto con la preghiera del Maghrib. Dopo la quale, i musulmani possono consumare cibo e bevande nel pasto chiamato "Iftar".
Ci sono alcune categorie di persone esentate dal digiuno durante Ramadan, come i malati, i viaggiatori, le donne in gravidanza o che allattano, e le persone anziane. Inoltre, coloro che non possono digiunare devono fare la cosiddetta "kaffāra", un'espiazione che può essere un'azione benefica o il digiuno in un altro momento.
Alla fine del mese di Ramadan, i musulmani celebrano la festa dell'Eid al-Fitr, che segna la fine del digiuno. Durante questa festività, le persone si scambiano auguri, pregano insieme e condividono pasti festivi con la famiglia e gli amici.
Il digiuno durante il Ramadan è una pratica venerata nell'Islam, che rafforza la comunità musulmana e promuove valori di autodisciplina, compassione e solidarietà.
In conclusione, il digiuno rappresenta una pratica spirituale significativa all'interno delle tre religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islam. Pur presentando variazioni nelle modalità di osservanza e nell'interpretazione, il digiuno in tutte e tre le religioni condivide un comune obiettivo di autocontrollo, purificazione spirituale e connessione con il divino.
Oltre ad essere una pratica esteriore, il digiuno rappresenta un'opportunità per rafforzare la fede, purificare il cuore e approfondire il legame con il divino. È un momento di crescita spirituale, autoconsapevolezza e solidarietà con coloro che soffrono. Così, il digiuno continua a svolgere un ruolo significativo nel tessuto delle comunità religiose, guidando i fedeli verso una maggiore consapevolezza spirituale e un senso di connessione con il sacro."
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